Si può fare!!

 

“SI..PUO’..FARE!!” faceva urlare Mel Brooks ad uno strepitoso Gene Wilder in bianco e nero, ormai un sacco di anni fa. Quaranta, per l’esattezza. Frankenstein Junior, 1974. Pietra miliare della cinematografia comica.

Chiediamo gentilmente in prestito ad uno dei più grandi registi comici di sempre quelle stesse parole, e le regaliamo ai nostri judoka studenti e alle loro famiglie, a chi crede in loro e a chi li accompagna nella loro avventura.

Si sente spesso dire, in fondo, che è praticamente impossibile conciliare sport e studio. Che entrambi richiedono un dispendio di energie eccessivamente oneroso perché si riesca a fare bene entrambe le cose. Contemporaneamente.

Ma i Campionati Nazionali Universitari 2014, appena terminati in quel di Milano, sono stati la prova che alle volte le persone ragionano per luoghi comuni, senza una vera conoscenza di ciò di cui parlano, limitandosi al valutare le apparenze. E che, sempre alle volte, qualcosa che sembra impossibile è semplicemente più difficile da attuare. Più difficile ma possibile. Come? Con la giusta forza di volontà e il giusto spirito di sacrificio. Chi fa judo, in fondo, lo può capire facilmente.

Sabato 17 e domenica 18 maggio 2014 si sono tenuti a Milano (in una sede purtroppo per nulla consona e appropriata ad un evento del genere, ma questa è un’altra storia da trattare in separata sede) i Campionati Nazionali Universitari di judo 2014. Dando una rapida occhiata alle classifiche finali (lo si può  comodamente fare cliccando sul seguente link) è più che facile imbattersi in nomi di ottimi atleti conosciuti in ambito nazionale ed internazionale. E chi ha presenziato alla competizione può senza dubbio confermare che il livello della gara non è stato assolutamente basso, e anzi, hanno preso vita incontri assolutamente assimilabili a quelli di gare a cui notoriamente i più danno molta più importanza.

L’Accademia Torino alla fine della due giorni di gara ha portato a casa ben cinque medaglie e un quinto posto. Con le medaglie d’argento di Mattia Riva nei 100 kg e di Giulia Aragozzini nei 70 kg, quelle di bronzo di Micheal Raso nei 66 kg, di Alice Perin nei 63 kg  e Sara Maserin nei 52 kg e il quinto posto di Kevin Morelli, i ragazzi dell’Accademia hanno contribuito alla doppia vittoria del CUS Torino, che si è imposto al vertice della categoria maschile e di quella femminile. Un grande risultato!

Per chi non li conosce e per chi non conosce il judo, è difficile capire il tipo di “percorso” imboccato da questi ragazzi. Da loro e da tutti gli altri atleti in gara nella competizione di Milano e in tutte le edizioni precedenti di un Campionato Nazionale spesso sottovalutato. Però bisogna poi sempre tenere conto del metro di giudizio con cui si valuta.

E’ vero, senza dubbio, che alcuni atleti non frequentano realmente le università, che non ne avrebbero bisogno, che rubano il posto ad altri atleti che invece qui e invece là… anticipiamo di un passo i cattivi pensieri, cerchiamo di escluderli per una volta. Cerchiamo di capire per chi sono queste parole. Ci si riferisce, qui, agli atleti che studiano davvero. A quelli che provano a far conciliare le due cose. A quelli che intelligentemente capiscono non si sa mai cosa la vita ci riservi in futuro, e cercano di seguire due sogni contemporaneamente. Ognuno a modo suo, ognuno prediligendo più una strada o più l’altra, ovviamente. Ognuno con più o meno risultati, ovviamente. Ma è davvero quello l’aspetto che conta di più?

E quindi queste parole sono per onorare i nostri ragazzi e le loro medaglie. Loro e tutti gli altri atleti che sono saliti sul podio a Milano e quelli che non lo hanno fatto, ma ci hanno provato. Queste parole sono per complimentarci con tutti i ragazzi che il lunedì dopo erano in facoltà a seguire lezione, o a casa a preparare un esame, dopo la seduta mattutina di allenamento magari, o prima di quella del pomeriggio, o dopo quella della sera.  Sono parole dedicate a chi vive lontano da casa e dalla famiglia, per studiare e per allenarsi in un modo in cui a casa gli era impossibile fare. A chi la sera è più stanco perché nello stesso giorno ha studiato e si allenato al massimo di quanto ha potuto. A chi salta una gara perché ha un esame e a chi salta un esame perché ha una gara.  A chi fa tirocini che odia perché rubano ore di allenamento e a chi si allena pensando che domani ha il tirocinio.

A chi ci crede fino in fondo, e poi alla fine con orgoglio ad un certo punto appenderà o il judogi o la tesi di laurea al chiodo. Senza rimorsi.

A chi prova a fare entrambe le cose nel modo migliore, e sceglie di imboccare una strada difficile, dimostrando così a chi non ci crede che in fin dei conti non è impossibile farlo. Indipendentemente da dove porti o no, che quello dipende da milioni di altre cose, l’importante è la strada che si fa e lo spirito con cui la si fa, sempre.

A tutti loro, un immenso BRAVI. Avete ragione voi: si…può… fare!!

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