Ostia. 19-20 marzo 2016. Campionati Italiani Cadetti.
Matteo Rije è il nuovo campione italiano della categoria cadetti fino a 66 kg. Una medaglia che si va ad incidere con tutta l’umiltà di chi l’ha conquistata tra le pagine della storia dell’Accademia.
E’ la prima volta infatti che un atleta tesserato Accademia Torino sale sul gradino più alto del podio ad un campionato italiano.
Già tante medaglie in passato per i nostri torelli. Secondi e terzi posti che hanno regalato soddisfazioni impagabili, cinture nere, convocazioni in Nazionale. Già una medaglia d’oro, del gigante buono Mattia Riva, che dominò la categoria fino a 100 kg juniores a Fidenza nel 2014, ma che per motivi burocratici risultava tesserato per la sua vecchia società, la Ok Club Imperia.
Questa settimana ad Ostia il primo campione d’Italia in giallo-blu.
Una due giorni di gara intensa, in cui i cadetti dell’Accademia sotto la guida di Marco e Fabrizio hanno portato a casa complessivamente tre medaglie ed un quinto posto.
Oltre a quella di Matteo altre due medaglie per i nostri judoka: Gianluca Iudicelli medaglia di bronzo nella categoria fino a 81 kg, Chiara Palanca medaglia di bronzo nella categoria fino a 48 kg. Quinto posto (con tanto tanto amaro in bocca, ma quello che non ti ammazza ti rende più forte) invece per Silvia Pellitteri nei 57 kg.
Tre medaglie che sono anche tre nuove cinture nere. Una prima tappa, di un percorso ora tutto nuovo.
6 incontri per Matteo. 6 incontri per Gianluca. 5 incontri per Chiara. Pochi errori. Battaglie al golden score. Svantaggi recuperati. Carattere. Serietà. In queste tre medaglie è racchiuso un mondo intero. Ognuno dei ragazzi interpreta a modo suo gli insegnamenti degli allenatori, i consigli dei compagni, il sostegno dei genitori.
Matteo serio, stacanovista, educato. Vince tutti gli incontri, sbaglia poco e se sbaglia rimedia. Fa vedere un grande judo. E vince la medaglia che si merita.
Gianluca emozionato, passionale, impetuoso. Perde il secondo incontro ma poi scala con pervicacia i recuperi un incontro alla volta e vince la finale con una leva articolare provata milioni di volte in palestra.
Chiara lucida, determinata, caparbia. Incontri difficili in un categoria difficile, da cui però alla fine esce a testa alta. Persa la semifinale resta concentrata e non si abbatte, rimane lì con la testa e con il suo carattere e si aggiudica poi la finale per il bronzo per ippon di shime waza.
Ognuno dei ragazzi si sta creando la propria personalità, il proprio essere judoka, il proprio modo di stare su quel tatami. E da fuori, è la cosa più bella. Il rendersi conto che ognuno è diverso dagli altri, ma che in ognuno si vede uno spirito giallo-blu. Una grande gara per tutti e tre, a cui si somma lo strettissimo quinto posto di Silvia e le prestazioni a cui è mancato qualcosa, forse per l’emozione di trovarsi ad un campionato italiano, degli altri ragazzi in gara.
Il fatto che il primo titolo italiano lo abbia conquistato Matteo ci rende orgogliosi. Del lavoro fatto con lui da quando appena ragazzino conobbe la nostra nascente società. Della sua impeccabile presenza sul tatami. Della serietà con cui si allena, senza perdere un allenamento o sforzandosi di saltarne uno per un infortunio o per causa di forza maggiore. Del suo essere sempre in prima linea, dell’esserci sempre, senza mettere in discussione nulla. Della sua umiltà. Del suo studiare in palestra tra un allenamento e l’altro, ottimo atleta ed ottimo studente. Ci rende orgogliosi e contenti per lui e per gli altri ragazzi. La medaglia dell’uno è il risultato dello sforzo dei tanti, e tanto più è bella e meritata tanto più diventa un esempio da seguire.
Bravi torelli, siamo orgogliosi di voi!
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Una risposta
Maestro, ci hai fatto commuovere nuovamente. Grazie Ale, grazie Accademia Torino
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